Aperte le iscrizioni per un percorso breve di Parent training dedicato alle famiglie.
Consulta il programma "Parent Training breve" con la struttura del percorso, il calendario degli incontri e il modulo di iscrizione.
La Fondazione MAC Insieme, nell’ambito delle sue attività a sostegno delle persone con disabilità e delle loro famiglie, intende avviare nel mese di novembre 2016, degli incontri per promuovere e facilitare la comunicazione tra genitori e figlio. È oramai assodato che la condizione di disabilità influisca sull’interazione genitore-figlio, soprattutto per ciò che concerne la spontaneità e l’immediatezza della stessa. Nella condizione di disabilità, infatti, il dialogo emozionale segue strade diverse dalle consuete e talvolta è opportuno che il genitore conosca modalità diverse per facilitarlo.
Gli incontri sono rivolti ad un massimo di 5 famiglie per far si che ci sia un coinvolgimento più proficuo.
Le iscrizioni vanno effettuate entro il 1° novembre 2016.
Tutte le informazioni sono sulla scheda: I patterns di interazione genitore-figlio
Presso la sede operativa di via Antonio Russo, 25 a Salerno si effettuano colloqui pedagogici rivolti a genitori, insegnanti, educatori, familiari e operatori dei servizi; tutti i giorni dal lunedì al venerdì tra le ore 08.30 e le ore 13.00, e il martedì anche tra le 15.00 e le 18.00.
I servizi di consulenza offerti dalla Fondazione MAC insieme sono completamente gratuiti, le figure professionali impegnate sono:
- Domenico Vaccaro, direttore della Fondazione MAC insieme, psicologo e pedagogista
- Caterina De Luisi, pedagogista
E’ ormai indiscutibile il ruolo pedagogico e formativo della famiglia nella vita di ciascuno e, in particolare, nella vita di quelle famiglie ove vi è un figlio disabile.
L’avere un figlio disabile permette a molti genitori (spesso le madri) di incontrarsi spesso negli stessi posti, di scambiarsi informazioni, a volte di scaricarsi, ma difficilmente di “so-stare” per raccontarsi, per scoprire l’unicità di ciascuno e percorrere territori inediti, che fanno scoprire loro stessi più capaci, in ogni senso, a pensare ai propri desideri e a quelli possibili dei ragazzi; fargli sperimentare che tocca a loro cercare e trovare ciò che è bene ed è possibile.
E’ ovvio che l’operatore, con questa modalità, ha un ruolo periferico, laterale, di colui che non dice: “io so cosa è bene per te”, ma sostiene, accompagna, orienta, allo scopo che ciascuno dia valore alla sua unicità. Sono oramai molti anni che proponiamo percorsi per genitori, ove ognuno cerca di uscire dal ruolo di genitore e di raccontare se stesso, la sua individualità e la sua unicità.



